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   SR0801 - BORAH BERGMAN - GIORGIO DINI: "ONE MORE TIME" 

    Borah Bergman (piano)
    Giorgio Dini (contrabbasso)

        Sette composizioni estemporaneamente improvvisate in un pomeriggio del Luglio 2007 - una entusiasmante performance dello storico pianista newyorkese (oggi ottantenne) Borah Bergman in duo con il contrabbassista Giorgio Dini: dopo le pubblicazioni di Cd con Thomas Chapin, Anthony Braxton, Evan Parker, William Parker e Hamid Drake e tanti altri nomi noti del 'New Stream' del Jazz mondiale,  per la prima volta Borah registra in duo con il contrabbasso. Imperdibile.
 
punto elenco Titoli dei brani:

    1. ONE MORE 10'23"
    2. AUTOGRAPH TWO 2'37"
    3. HUSTLE 8'57"
    4. ENOUGH FOR HIS KEEP 4'24"
    5. EQUITABLE 3'40"
    6. A PATTER OF FOOTSTEPS 1'31"
    7. NO MORE COSMETIC 9'20"
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Borah Bergman è uno dei più particolari pianisti della storia del Jazz. In possesso di una tecnica paragonabile a quella di Bud Powell e Art Tatum, di un fraseggio ‘da strumento a fiato’ come Teddy Wilson (con il quale studiò brevemente) e Lennie Tristano, di un approccio ‘stride’ influenzato da Thelonious Monk, Bergman è sempre stato determinato a creare un nuovo modo di suonare. Ha passato diversi anni addestrando la sua mano sinistra a suonare tutto ciò che la destra era capace di fare. Costantemente riconosciuto per la sua originalità, Bergman continua a forgiare un percorso pianistico innovativo che lo delinea come pianista, compositore ed improvvisatore davvero unico la cui originalità risiede nel suo personalissimo approccio e nell’utilizzo della tecnica a mani incrociate.

(by Laurence Donohue-Greene, ALL About Jazz New York).

 
Giorgio Dini ha una profonda conoscenza ed esperienza nel campo dell’improvvisazione, venendo in contatto in gioventù con i grandi maestri come Percy Heath, Charlie Haden e Pierre Michelot e successivamente immergendosi nella musica antica, araba e d’avanguardia. Questo è evidente nella sua confidenza con lo strumento, nella sua immaginazione e nel suo singolare approccio, che col suo strumento disegna effettti ‘col legno’, battiti percussivi, ricerca microtonale e note basse rotonde.

(da recensione Double Bassist nr.38).

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